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La storia
Nel 1436 Cosimo il Vecchio, cedette il Convento e la chiesa ai "Domenicani Osservanti" che ivi si installarono al posto dei Monaci Silvestrini rimossi da Papa Eugenio IV. Su progetto di Michelozzo, Cosimo (Pater Patriæ), lo fece ristrutturare secondo i moderni canoni dell'epoca, facendolo diventare uno dei più confortevoli monasteri della penisola. Il criterio costruttivo è semplice ed elegante. Un ampio edificio dagli spazi ben delineati e vivibili ma la parte più bella ed elegante è la biblioteca che si concretizza in un'ampia sala a tre navate con copertura a botte.
Durante il rengo di Lorenzo "il Magnifico", quest'ambiente divenne luogo d'incontro per tanti umanisti del periodo come Angelo Poliziano, e Pico della Mirandola che potevano liberamente consultare i libri della biblioteca. In effetti questa è la prima biblioteca pubblica mai realizzata in tutto il mondo occidentale!
Il convento di San Marco subì il primo esproprio nel 1808 durante l'epoca Napoleonica ma tornò in possesso dei frati subito dopo la caduta dell'imperatore Francese. Il secondo e definitivo esproprio lo ebbe nel 1866 con il R.D. del 7 luglio 1866 che prevedeva la soppressione degli ordini religiosi. Dichiarato "bene monumentale" di importanza nazionale, venne aperto al pubblico nel 1869. Come nelle poce immagini qui riportate, la parte artistica più importante oltre all'architettura e l'opera costruttiva del complesso, sono i dipinti del Beato Angelico, frate-pittore il cui vero nome era Giovanni da Fiesole.
Nel refettorio "pubblico", quello dedicato all'accoglienza dei pellegrini e non quello dove mangiavano i frati, il Ghirlandaio affrescò il cenacoloanche se si ritiene che l'opera non fu effettivamente eseguita dal celebre pittore. Si crede che avesse solamente disegnatosulla parete gli schizzi di fondo e che l'affresco vero e proprio fosse stato eseguito dal fratello e dal discepolo Sebastiano Mainardi. In generale la struttura pittoria è simile a quella del cenacolo di Ognissanti, in cui le volte si aprono su un loggiato in prospettiva e dietro su un giardino, dove si vedono piante ed animali del paradiso.
La Piagnona
"Legata alle vicende Savonaroliane, la campana della chiesa (detta la piagnona, come i piagnoni i seguaci del frate ferrarese) subì un curioso processo come punizione per aver suonato ad allarme quando i fiorentini si accalcarono al convento per prelevare il frate condannato per eresia. La campana fu staccata e portata in processione per la città mentre veniva colpita da fruste di cuoio per castigo. Fu deposta presso la chiesa di San Salvatore al Monte e non suonò mai più. Dopo essere stata conservata a lungo nel cortile del Museo topografico Firenze com'era, dai primi anni del 2000 è tornata ai luoghi legati alla sua storia, nell'attiguo museo di San Marco." |